“Si è ricchi quando gli altri hanno bisogno di noi e noi possiamo essere utili agli altri” è una frase di Papa
Karol Wojtyla che mi è rimasta scolpita nella mente e nella memoria e che ho utilizzato come segnalibro accompagnandolo ad una mia opera editoriale.
Vito Spontella è rimasto nei ricordi di tanti amici e conoscenti per le sue indomabili energie fisiche, per lo smisurato sentimento che nutriva nei confronti del lavoro e per la sua innata generosità nei confronti di quanti si rivolgevano a lui per un aiuto, un sostegno e un contributo.
Nel primi mesi del Terzo Millennio Vito consolidò il patrimonio immobiliare con l’acquisizione di un terreno ove albergavano decine di alberi d’oliva destinati ad essere spiantati in quanto nei suoi programmi vi erano altre colture.
Dopo aver provveduto al taglio si rese conto che l’operazione non era stata completata poiché venivano a galla le radici che intralciavano il progetto che aveva in mente.
Dato che Ginosa non è New York e neppure Hong Kong le notizie circolano velocemente e vanno rapidamente sulla bocca di tutti.
Dell’episodio del fu oliveto ne venne a conoscenza padre Luigi Cremis il quale rasserenò Vito e gli promise di fare piazza pulita di ciò che rimaneva sul terreno purché gli fosse assicurata la vendita della legna raccolta.
Luigi, faccio fatica a chiamarlo padre Luigi in quanto eravamo dirimpettai e l’ho visto crescere, insieme ad un folto gruppo di ragazzi bresciani appartenenti all’ong Operazione Mato Grosso riempirono di gioia Vito e riempirono le esigue casse dell’associazione.
Da allora il rapporto tra i due si consolidò e ogni anno l’Azienda Spontella ha partecipato alla raccolta fondi destinati ai bisognosi del Sud America donando una parte della produzione ai ragazzi del Mato Grosso.
Oggi sono Annamaria, Carmela, Domenico e Natale a rinsaldare i legami ed in questi giorni i grappoli Spontella vengono venduti all’ingresso delle chiese ove sono presenti i volontari della ong e l’intero ricavato serve per la costruzione di opere destinate a talune comunità di bisognosi del Perù, del Brasile e di qualche altra regione sudamericana.
Un modo ben preciso per non disperdere il seme che Vito Spontella e Luigi Cremis hanno piantato due decenni orsono, un gesto di solidarietà che è stato ben recepito dagli eredi del capostipite dei tendonisti ginosini.
bg